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L'Ascensione del profeta Isaia è un antico scritto apocrifo, conservato per intero solo in traduzione etiopica, in cui è attribuita al profeta un'ascensione estatica attraverso i cieli e una visione della futura discesa del Cristo sulla terra; vi si narra inoltre il suo martirio a opera del malvagio re ebreo Manasse, che, secondo la tradizione giudaica, lo avrebbe fatto segare in due. A lungo, gli studiosi hanno considerato l'opera come l'ampliamento, mediante aggiunte cristiane, di un racconto giudaico della morte di Isaia. Gli studi contenuti nel presente volume sono stati scritti in parallelo a un commento scientifico dell'Ascensione. Essi dimostrano che l'opera è la creazione di un gruppo di profeti delle origini cristiane, che volevano proteggere con l'autorità di Isaia la propria concezione di Cristo e della sua opera di salvezza, e che furono ben presto combattuti dalle autorità ecclesiastiche, finché scomparvero. Attraverso l'esame accurato dei suoi rapporti, sorprendentemente ricchi, con testi giudaici e cristiani, l'Ascensione ci restituisce inoltre un cristianesimo anteriore alla canonizzazione delle Scritture cristiane, nel quale confluiscono motivi teologici molto antichi, in seguito scomparsi o sopravvissuti presso gruppi marginali o «eretici».