- Prezzo scontato

Argomenti (categorie) ai quali appartiene questo titolo
Argomenti (categorie) ai quali appartiene questo titolo
Che senso ha leggere oggi pagine scritte più di otto secoli fa? Quale significato può avere per noi sapere come e perché Guglielmo di Saint-Thierry e Bernardo di Chiaravalle accusarono Abelardo di aver elaborato e divulgato una theologia nova e come e perché Abelardo abbia tentato di difendersi da questa accusa?
La vicenda si colloca in anni di trasformazioni molteplici e profonde, che potremmo definire di crisi, “di crescita”. Era in questione il rapporto tra auctoritas e ratio, la possibilità di accostarsi alla sacra pagina con strumenti ermeneutici sempre nuovi, di valutare criticamente i contributi offerti dai Padri. Diverse e contrastanti furono le risposte della tradizione monastica da un lato e della nuova cultura delle scuole dall’altro.
Si trattava di fissare i limiti che regolassero le relazioni tra intelligenza e fede, di trovare e proporre i modi in cui il messaggio cristiano poteva e doveva calarsi entro strutture temporali, politiche e soprattutto culturali, conservando tuttavia la propria genuinità.
Sono problemi ardui, che ora, come allora, interrogano e coinvolgono nel profondo, mettendo alla prova il nostro vivere concreto, da uomini, nella storia. Problemi, mutatis mutandis, ancora attuali, che chi crede non può eludere. E giova non poco poterne leggere in pagine scritte parecchi secoli fa, perché da sempre la fede non ha vita autonoma, ma si incarna nel tessuto della vita collettiva, “nella storia”.
Prefazione di Alessandra Tarabochia Canavero
Premessa di Ugo Trombi
La denuncia delle tredici proposizioni ereticali
Lettera di Guglielmo di Saint-Thierry a Goffredo vescovo di Chartres e a Bernardo abate di Chiaravalle
A Goffredo vescovo di Chartres e a Bernardo abate di Chiaravalle, vita e prosperità
La confutazione
GUGLIELMO DI SAlNT- THIERRY
Disputatio adversus Petrum Abaelardum
Cap. I, Definisce la fede "stima delle cose che non si vedono", 23 - Cap. II, Dice che sono impropri in Dio i nomi Padre e Figlio e Spirito Santo, ma che questa è la definizione della pienezza del sommo bene, 23 - Cap. III, Il Padre è potenza piena, il Figlio una certa potenza, lo Spirito Santo nessuna potenza, 29 - Cap. IV, Lo Spirito Santo non è sostanza del Padre e del Figlio, come il Figlio è sostanza del Padre, 33 - Cap. V, Lo Spirito Santo è l'anima del mondo, 44 - Cap. VI, Col libero arbitrio senza l'aiuto della grazia possiamo volere e fare il bene, 47 - Cap. VII, Cristo non è incarnato e non ha sofferto la Passione per liberarci dal giogo del diavolo, 50 - Cap. VIII, Cristo Dio e Uomo non è la terza persona della Trinità, 61 - Cap. IX, Nel sacrificio dell'altare rimane nell'aria una apparenza della sostanza precedente, 66 - Cap. X, Dice che negli uomini le tentazioni del demonio si presentano attraverso la natura, 67 - Cap. XI, Da Adamo non deriviamo la colpa ma la pena del peccato, 68 - Cap. XII, Non c'è peccato se non nel consenso al peccato e nel disprezzo di Dio, 68 - Cap. XIII, Dice che non si commette peccato per concupiscenza, piacere e ignoranza, e che fatti di tal genere non sono peccato, ma natura, 69
ANALISI DEL CONFLITTO DOTTRINALE
SANTINA FERRI
I contendenti e i temi del contendere
1. Guglielmo di Saint- Thierry, difensore dell'ortodossia e maestro di teologia spirituale, 73 - 2. Pietro Abelardo, un dialettico tra fede ed eresia, 75 - 3. Theotogia. Per una «lettura» della parola, 85 - 4. Fides, 88 - 5. La Trinità: il problema, 95 - 6. Grazia, libero arbitrio, redenzione, 105 - 7. Il peccato, 113 - 8. La teologia razionale di Abelardo, 124 - 9. Conclusione, 130
Lo scontro con Bernardo, la condanna, l'absolutio
UGO TROMBI
L'intervento di Bernardo di Chiaravalle.
1. Profilo di Bernardo di Chiaravalle, 137 - 2. Bernardo di Chiaravalle prende l'iniziativa, 145 - 3. Che Cosa accadde a Sens?, 181 - 4. I lunghi giorni dopo Sens, 190 - 5. La bolla di condanna, 210 - 6. L'absotutio, 212
Nota bibliografica
Fonti, 215 - Studi, 215