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Le recenti ricerche di storia della scienza hanno indicato i nessi sottili e profondi che collegano, agli inizi dell'età moderna, la speculazione filosofica e religiosa allo studio del mondo naturale e ai progressi dell'indagine scientifica attraverso un atteggiamento mentale che ci appare tipico dell'età del Rinascimento. Magia ermetica e tradizione cabbalistica sono gli elementi originali su cui s'innesta un audace tentativo di rinnovamento culturale e morale nella Germania del primo Seicento, intorno a un avventuroso disegno politico che, puntando sulle forze protestanti e «liberali» d'Europa, si propone di lottare contro l'egemonia asburgica e l'offensiva restauratrice della Controriforma.
Se l'operazione politica è sconfitta nelle vicende drammatiche che dànno inizio alla guerra dei Trent'anni, le correnti intellettuali che hanno formulato i primi testi rosacrociani - un fervido invito a prestare ascolto ai dotti, per un rinnovamento del sapere che attinga la perfezione cui l'uomo, in quanto microcosmo, è destinato - riescono invece a resistere alla feroce repressione scatenata contro di esse e ad influire su un vasto movimento di pensiero che circola per tutta l'Europa del secolo XVII.
Le magistrali ricerche di Frances Yates giungono a ricostruire cOSI un ambiente segreto e dimenticato: le speranze e gli ideali dell'Inghilterra elisabettiana, le forme di sapere esoterico della Germania e della Boemia fra Cinque e Seicento sono all'origine di tramiti che collegano la 'grande cultura rinascimentale a quei momenti essenziali della cultura moderna che hanno in Bacone, in Cartesio, in Comenio e negli ambienti scientifici della Royal Society inglese un punto di riferimento preciso. In tal modo - può concludere la Yates - «se il vero e proprio Illuminismo sembra introdurre un'atmosfera molto diversa, tuttavia il suo razionalismo ebbe una sfumatura di Illuminismo nel senso rosa crociano».
Frances Yates, nata nel 1899, ha insegnato al Warburg Institute di Londra, ed è morta nel 1981. Ha condotto le sue ricerche sulla storia culturale europea del Cinque e Seicento: fondamentali i suoi studi sul Sarpi, sulla Francia dei Valois, sugli ideali imperiali nell'epoca di Carlo V e nell'Inghilterra elisabettiana. Oltre a Giordano Bruno e la tradizione ermetica (Laterza, 1969) e L'arte della memoria (Einaudi, 1972), ricordiamo gli studi shakespeariani: Theatre 01 the World e Gli ultimi drammi di Shakespeare (Einaudi, 1979), quelli sulla Francia cinquecentesca (The French Academies), le ricerche di storia intellettuale e politica raccolte nel volume Astrea (Einaudi, 1978) e Cabbala e occultismo nell'età elisabettiana (Einaudi, 1982).