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Dall'introduzione:
"Sugli albori del secolo XIX il pensiero schopenhaueriano si afferma e domina « com'aquila vola». Si inserisce precisamente nella filosofia critica kantiaria, e pur ne differisce spiritualmente, e più dall'evoluzionismo idealistico, che ebbe i suoi epigoni in Fichte, Schelling, Hegel e Schleiermacher. Si pone anch'esso il problema gnoseologico prima di quello ontologico, ma, annettendo all'esperienza e all'intuizione immediata la massima importanza. si trova in opposizione precisa con l'ottimismo allora imperante, poichè nega l'armonia dell'esistenza e ritiene base di questa «un bisogno cieco, indistinto, incapace di soddisfacimento e di riposo, la volontà di vivere». Di qui il suo pessimismo, e quindi il suo ritorno alla filosofia orientale.
Scrive Schopenhauer: «Nel mio diciassettesimo anno, senza cultura scolastica, io venni così afferrato dal dolore della vita, come Buddha, nella sua gioventù. quando vide l'infermità, la vecchiaia, la morte. La verità che alto e chiaro parla nel mondo vinse ben presto anche i dogmi ebraici inculcatimi»[...]"
INTRODUZIONE
I. _ Il magnetismo animale e la magia
II. - Il destino dell'individuo
III. - Saggio sull'apparizione degli spiriti e su ciò che vi ha attinenza