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La scelta di non mangiare animali non è dovuta principalmente a ragioni di salute o economiche, ma si fonda su una chiara decisione etica. Il vegetarianismo, fin dai tempi dei pensatori buddisti e pitagorici, è stato una forma radicale e consapevole di umanismo, fondata sul rispetto incondizionato di tutte le forme di vita animale. Questa è la tesi sostenuta da Henry Salt, pioniere nella lotta per i diritti degli animali, in questo scritto folgorante pubblicato nel 1914 per la Vegetarian Society e qui per la prima volta in traduzione italiana. Con argomentazioni lucide e prive di fanatismo, percorse da una logica ferrea e a tratti ironica, Salt ci esorta a liberare gli animali dalla condanna ad essere gli ospiti involontari della nostra tavola.
«Il vegetarianismo si basa su un principio etico, perché è fuor di dubbio che il motivo principale della scelta vegetariana sia quello umanitario»
Henry S. Salt (India, 1851 – Surrey, 1939)
Attivista politico e critico letterario britannico, si impegna in diverse battaglie sociali, con particolare attenzione al trattamento subìto dagli animali. Amico del Mahatma Gandhi, Lev Tolstoj e G.B. Shaw, nel 1886 pubblica il suo primo scritto sull’etica vegetariana, A Plea for Vegetarianism, su cui baserà un’ininterrotta attività, sia come autore che come militante, in difesa dei diritti degli animali. Nel 1891 fonda la Humanitarian League, che propone l’abolizione della caccia come sport.