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Con il fratello Basilio e il comune amico Gregorio di Nazianzo, Gregorio di Nissa ha contribuito in modo determinante all'eccezionale fioritura culturale conosciuta dalla Cappadocia nel quarto secolo. Il Nisseno è noto in particolare per la sua partecipazione alla lotta vittoriosa condotta contro Eunomio in difesa della piena divinità del Figlio; egli è però anche l'artefice di un'antropologia complessa e raffinata, coerente con le tesi teologiche che veniva difendendo. Le idee della semplicità e dell'infinità di Dio hanno infatti il loro corrispettivo nella concezione della semplificazione e del progresso senza fine che caratterizzano l'uomo. Ma anche l'idea dell'unità e trinità di Dio trova un'adeguata valorizzazione sul piano antropologico, fornendo uno schema di lettura della realtà umana nel quale la persona esiste e attinge lo propria autenticità nell'attuazione della natura, e questa è intesa come vivente comunione delle persone. L'antropologia del Nisseno richiede perciò un'interpretazione in chiave rigorosamente teologica.