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Cassandra è una figura della cultura europea a partire dall'opera letteraria che ad essa dà inizio: l'Iliade omerica. In questo volume se ne sono seguite le tracce da Omero all'Ellenismo, in una ricostruzione del personaggio basata sulle testimonianze non solo letterarie e mitologiche, ma anche figurative e culturali. Due sono gli aspetti caratterizzanti di Cassandra, strettamente connessi al suo essere donna: la verginità e la profezia. Per Cassandra parthenos il rapporto con l'uomo è conflittuale e finisce per coincidere con il rifiuto di esso e con la negazione dell'istituto matrimoniale, ma la sua femminilità la espone al desiderio e alla possessione di Apollo, che le fruttano il dono di una divinazione non creduta. Cassandra mantis è ora indovina estatica, ora menade folle, veggente di sciagure altrui e profetessa del proprio destino di morte. Le testimonianze letterarie, e in particolare la tragedia attica, permettono di ricostruire le modalità della sua profezia e di indagarle in relazione alla divinazione estatica come fenomeno religioso, storico e sociale. Se in Eschilo Cassandra è veggente soggetta a visioni, la problematizzazione della divinazione presente in Euripide restituisce l'immagine di un'indovina baccante, disprezzata ed emarginata dalla polis. Sarà l'Ellenismo, a trasformare la profezia di Cassandra in un fenomeno letterario, che troverà in Licofrone compiuta realizzazione.