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Perchè un dizionario mitologico?
Perchè proprio adesso, in un'epoca che sembra irridere a tutto il passato? Ebbene, noi pensiamo che proprio per questa ragione un dizionario mitologico sia, non diciamo indispensabile (le cose veramente indispensabili sono pochissime), ma sommamente auspicabile. Anche un dizionario mitologico serve alla difesa dei valori del passato.
E perchè mai, potrebbe obiettare un contestatore, dovremmo difendere i valori del passato? Perchè, a qualunque passato risaliamo, c'era un nostro antenato. Un millennio sono trenta generazioni. Tre millenni sono novanta generazioni. Soltanto a novanta o cento posti di distanza da noi troviamo un antenato che era contemporaneo dell'assedio di Troia o combatteva addirittura sotto le mura della sacra Ilio. Non pretendiamo che quel nostro antenato fosse Priamo o Agamennone, Achille o Ettore, Paride o Ulisse in persona, benchè nulla ci vieti di pensarlo. Forse era soltanto uno dei fantaccini arringati da Tersite, forse era proprio quel contestatore ante litteram di Tersite; chiunque egli fosse, qualcosa di lui vive ancora in noi, tramandatoci lungo quella fila di novanta o cento antenati. Non è questa forse una ragione sufficiente per sfogliare un dizionario mitologico?
E va bene, si ammetterà, passi per quella parte della mitologia che ha un nucleo storico, che è diventata leggenda sol perchè allora esistevano gli aedi al posto degli storiografi. Ma come la mettiamo con gli dèi, i semidèi, le divinità di seconda e terza categoria? Sono frottole, no? Dio non è forse morto, come persino proclamano alcuni teologi progressisti?
Dio non è morto, Dio vive sempre nell'anima dell'Uomo. E gli dèi della mitologia?
Essi, ovviamente, non erano Dio, ma erano divini, un riflesso dell'esistenza del Dio vero, erano abbozzi imperfetti, perchè l'animo umano non era ancora maturo, ma ciò non toglie che un alito divino vibrasse in loro, non eterno, ma pur soprannaturale.
Come nacquero gli dèi? All'inizio non c'erano nè Giove nè Ammon Ra; nè Donar, nè Astarte; all'inizio c'erano gli dèi personali di ciascuno, nati nel momento di una commozione dell'anima. Anche a noi capita di sentirci chiamati da Dio, anche a noi sembra di essere colpiti da qualcosa di soprannaturale quando ci innamoriamo. Ebbene, questo non so che, l'Uomo primitivo non poteva spiegarselo che con l'intervento di un essere superiore, di un'entità che sfuggiva alla percezione dei sensi. I Greci lo chiamavano daimon. Tuttavia, questo essere non aveva un nome proprio, non aveva forma, non aveva attribuzioni, era strettamente legato a chi se ne sentiva investito.
Prendiamo ora il caso di un cacciatore inseguito da un cinghiale inferocito. Quando già dispera, ecco un albero su cui si arrampica ponendosi in salvo. Quel cacciatore avrà detto: «Quest'albero m'ha salvato la vita!». Ora, salvare, è un'azione, e un'azione presuppone un agente: quindi, per il cacciatore quell'albero rappresentava un essere benigno, e non ci vuole molto sforzo a immaginare che tutta la tribù del cacciatore si mettesse a venerare quell'albero come divinità. Questa divinità non aveva ancora un nome, ma oramai una forma - quella dell'albero - un'attribuzione - quella di salvare la vita - e non era più strettamente personale, ma venerata da una collettività. Tuttavia questo essere superiore aveva un senso soltanto in quel luogo, in quel tempo e per quella tribù.
Pian piano, salendo i gradi dell'evoluzione culturale, l'Uomo si affrancava dal dominio della Natura e cominciava a sua volta a dominarla. Imparò ad allevare gli animali e a coltivare la terra. Ma l'atteggiamento dell'Uomo non mutò granchè. «Questa vanga», disse, «con cui lavoro la terra, mi dà i frutti con cui nutrirmi». Lo strumento che l'Uomo si era forgiato, divenne divinità da cui dipendeva la vita dell'Uomo. Così nacquero gli dèi preposti ad ogni attività della vita quotidiana, dèi che occorreva invocare affinchè il lavoro che si stava per intraprendere avesse buon successo. A questo riguardo la religione dei Romani era particolarmente meticolosa. (Sia detto per inciso che questa forma mentis sopravvive anche oggigiorno nel culto dei Santi, di cui ognuno è invocato per una competenza speciale)...