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Il presente studio esplora una di quelle zone d'ombra e di frontiera a metà strada tra il mondo romano e il Medioevo. Gli storici moderni definiscono questo periodo di transizione età dei regni romano-barbarici, tra cui emergono quello dei Visigoti nella penisola iberica e dei Franchi comprendente buona parte della Francia attuale. Intorno alla fine del secolo III si erano accentuate, sino a deflagrare con violenza nei movimenti bacaudici, quelle tensioni sociali che da quasi un secolo covavano nella parte occidentale dell'impero. La bacauda fu un fenomeno complesso e cruciale. Il libro individua nella bacauda la lunga teoria di rivolte che ebbero come protagonisti proprietari terrieri, contadini e disperati di vario genere. Tutti, in modi diversi e per motivi diversi, lottarono nel tentativo di sopravvivere ad una crisi economica che li stava portando sull'orlo del baratro. La bacauda si sviluppò nelle zone rurali della Gallia e nell'Hispania centro settentrionale. Il lavoro focalizza l'attenzione su chi guidò i disordini. A differenza dell'opinione corrente, che vede nella bacauda solo una spontanea insurrezione contadina contro i padroni, l'autore ha maturato la convinzione, attraverso uno studio attento delle fonti, che quei contadini siano stati, invece, manovrati dai domini i quali miravano ad avere il controllo completo delle campagne per affrancarsi così dal giogo del potere centrale ritenuto troppo oppressivo.
Luca Montecchio è nato e vive a Roma. Studioso della tardo-antichità e del medioevo, ha condotto le sue ricerche presso le Università di Roma, Bordeaux e Macerata. Ha conseguito un Dottorato in Cultura romano-barbarica presso l'Università di Macerata, in co-tutela con l'Università di Bordeaux III. Conta tra le sue pubblicazioni due monografie e numerosi articoli. Ad oggi due sono le monografie pubblicate ad oggi dallo studioso: I Visigoti e la rinascita culturale del secolo VII e Gerberto di Aurillac. Silvestro II.