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Imbalsamato nei luoghi comuni, Savonarola tocca le fantasie bigotte: qualcuno lo chiama santo e fabula miracoli; ferrei papisti lo condannano; le due chiavi modulano una letteratura relegabile ai livelli bassi. Ma sotto adeguate sonde, l'argomento affascina: domenicano tardivo afflitto da fobìe inattuali, volenteroso didatta, animale da pulpito (dove impone un 'parlato' violento) in guerra col vizio, anticurialista, uomo-spettacolo, stregone dei 'media', ideologo dello Stato confessional-totalitario, lavora su analogie bibliche fino all'azzardo prognostico; eretico mancato, santo abusivo, taumaturgo fallito in una sfida a Dio nascosto, demagogo a Firenze, vi muore impiccato dopo due giudizi ordinari e uno ecclesiastico.
Parabola strepitosa, senza contare gli sfondi: nell'Italia ricca, fiacca, colta, brulicano attese apocalittiche, astrologia, fantasmagorie animistiche, Realpolitik, arte del delitto, cabale diplomatiche, microguerre manierate; l'antagonista sul soglio papale è Rodrigo Borgia, vecchio dissoluto, tollerante, alieno dagli anatemi, forse ateo (qualcuno gli ìmputa ascendenze marrane, ebraico-spagnole), abilissimo nel business, non-teologo guidato da istinto ecclesiastico, a lungo paziente sebbene quel frate lo offenda a sangue, e infine obbligato a risposte micidiali.
Questo è il primo volume di una trilogia su Savonarola: nelle pagine seguenti risuona una voce calamitosa; poi viene alla ribalta un profeta delle meraviglie; alla fine, l'agonista cade. Mai viste sequele più naturalmente romenzesche.