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Dopo aver soggiornato per un lungo periodo presso il suo amico e fratello Jean-Baptiste Willermoz a Lione, dove ebbe modo di scrivere il suo primo libro "Degli Errori e della Verità", L. C. de Saint-Martin si trasferisce a Parigi, e qui, ospite in parte di Madame de Luzignan ed in parte di Madame de la Croix, scrive il "Quadro naturale dei rapporti che esistono fra Dio, l'Uomo e l'Universo".
Quest'opera, scritta su istigazione di alcuni suoi amici, come appare dalla corrispondenza con i Du Bourg, fu iniziata tra la fine del 1776 e l'inizio del 1777, e portata a termine il 12 febbraio 1778, ma vedrà la luce solamente nell'anno 1782. Essa è divisa in 22 capitoli, che non casualmente corrispondono alle 22 lettere dell'alfabeto ebraico. L'autore, fin dai primi capitoli, afferma che nell'uomo vi sono delle facoltà superiori alle facoltà degli organi sensoriali. Egli è sì nella dipendenza delle cose fisiche, da cui riceve l'idea che queste determinano con l'impressione esercitata sui suoi organi; ma contemporaneamente ha delle nozioni di idee di legge e di potenza, d'ordine e d'unità, di saggezza e di giustizia. Pertanto dipende sia dalle sue idee intellettuali e morali, sia dalle idee percepite attraverso i sensi. La dipendenza da questi ultimi è nata dal disordine dovuto ad una causa inferiore che si è opposta alla causa superiore determinando la caduta dell'uomo; dal momento della sua caduta, quanto esisteva come principio immateriale, si è sensibilizzato in forme materiali e l'ordine ed il disordine si sono manifestati. Però, tutto tende a rientrare nell'unità da dove tutto è uscito; l'uomo vivificando la sua volontà, può, col desiderio, riacquistare quanto da lui si è separato, ma tale rigenerazione può avvenire soltanto in virtù dell'atto di sacrificio con cui il Riparatore, e cioè il Cristo, ha sostituito le antiche espiazioni.
In quest'opera pur essendoci molti elementi propri della dottrina del suo primo maestro Martinès de Pasqually, emergono anche notevoli anticipazioni di quella che sarà la sua via così radicalmente segnata dall'incontro con gli insegnamenti del filosofo teutonico Jacob Böhme. Via che è bene precisare, non è in opposizione alla via antica di Martinès de Pasqually, ma la naturale evoluzione che, dall'anima antica del suo primo maestro porta all'anima dell'uomo nuovo, ovvero dell'uomo dei tempi moderni.
Introduzione
Vita e opere
Indice
Quadro Naturale dei Rapporti che Esistono tra Dio, l'Uomo e l'Universo
Prima parte
Seconda parte