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Nell'XI secolo un santo francese diretto a Gerusalemme, al termine di un pellegrinaggio che lo portò in tutte le più grandi mete della cristianità, si fermò a vivere i suoi ultimi anni presso la Sajanega, tra i colli Berici ed Euganei. Tra queste alture giacciono siti legati all'antica scansione del tempo. Essi erano dispositivi creati dagli antichi paleoveneti, civiltà dotata di una vera e propria scienza che permette di calcolare i ritmi dell'anno tramite l'osservazione dei movimenti degli astri, per esigenze materiali e spirituali. Sebbene la natura rigogliosa, l’avanzare dei centri urbani e l’avvicendarsi di nuovi sistemi religiosi li nascondano alla vista dei più, questi luoghi esistono ancora. Rocce scolpite sulle alture e vecchie chiese abbandonate in mezzo a boschi e campi di granoturco tuttora richiamano a sé pellegrini ed escursionisti curiosi, come accadde a Teobaldo di Champagne nell'anno Mille.
Viaggio al centro
La visione
I pellegrinaggi e il risveglio dell'Europa
Teobaldo - Il cavaliere, il pellegrino, il santo
L'iniziato
L'arrivo in Veneto
La Sajanega
Il culto del sole - La Scienza Sacra
Monti sacri, selle, marcatori all'orizzonte
Il luogo sacro
L'osservatorio
L'ombelico del mondo, i suoi simboli e la scienza antica
Ermetismo, città del sole, geografia sacra
Conclusioni
Bibliografia