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Questo libro raccoglie quattordici saggi di soggetto arturiano pubblicati dall’autrice in diverse riviste e volumi sia in Italia sia all’estero. Si sofferma con particolare attenzione sulle traduzioni-rielaborazioni italiane del Tristan en prose, il Tristano Riccardiano (fine ‘200), il Tristano Panciatichiano (inizio ‘300) e la Tavola Ritonda (primo trentennio ‘300), diffuse fra Toscana e Veneto. In queste antiche redazioni in prosa, destinate prevalentemente a un pubblico comunale-borghese, Tristano non incarna solo la riproposta di qualche archetipo mitico e folklorico (musico-poeta, trickster, uomo selvaggio, folle), ma l’amante tragico di Isotta la Bionda, rappresenta anche il paradigma di valore cavalleresco-cortese della Tavola Rotonda, garante dell’ordine sociale e della giustizia. Oltre al confronto fra i testi si esaminano le vicende di personaggi ignoti alla restante tradizione come Ponzela Gaia, Ferragunze il Cortese e il Cavaliere Fellone, la ‘lettura’ italiana delle figure leggendarie di Isotta dalle Bianche Mani, la Dama del Lago e Galvano, e la rappresentazione della regalità. Completano il quadro due contributi dedicati a problemi tecnico-narrativi (l’uso delle formule stereotipe dell’entrelacement) e retorico-stilistici (gli inserti epistolari).