Siamo nella Cina del Nord, una Cina prerivoluzionaria e vagamente feudale. La diciannovenne Songlian, la cui famiglia è caduta in rovina, è costretta ad abbandonare gli studi e ad accettare di diventare la «quarta moglie e concubina» del ricco Chen Zuoqian. L'azione si svolge per intero nel palazzo-castello di Chen, retto da leggi che assomigliano sinistramente a quelle di un'«istituzione totale», carcere o manicomio che sia: in una funerea clausura dove ogni gesto ha un puro valore rituale, si consumano le rivalità e gli odi tra le «quattro signore» per la conquista del privilegio di ospitare lo sposo durante la notte e guadagnarne i favori e la considerazione. Tra le quattro signore, la sola Songlian, il cui passato di studentessa le dà una sorta di «doppia vista», intuisce il carattere effimero di tale privilegio: e sarà questa intuizione, priva di una vera autoconsapevolezza, a renderla prima estranea e poi folle.
Nella «autobiografia» che ha scritto per questa edizione Su Tong si presenta in modo pacatamente ironico come un cittadino modello, ubbidiente, solitario, estraneo a qualsiasi vocazione di impegno politico; sembra lontanissimo dagli scrittori suoi fratelli maggiori come Acheng e Mo Yan, segnati, al contrario di lui, dal dramma della Rivoluzione culturale. Eppure a soli venticinque anni Su Tong ha scritto, con Mogli e concubine - divenuto subito in Cina un libro di culto, ancor prima che il regista Zhang Yimou ne traesse il film Lanterne rosse - una delle più limpide e raggelate rappresentazioni del Potere, una critica sociale dissimulata ma implacabile contro l'oppressione dell'individuo, e in particolare della donna; un'analisi incisiva dei meccanismi che regolano l'esistenza di un universo claustrofobico e concentrazionario come è quello che tiene legati assieme, in un unico cerchio di vittime e carnefici, i protagonisti di questa novella.
Costruita come un melodramma freddo, in cui la sobrietà dello stile rende ancor più intenso il gioco delle passioni, Mogli e concubine finisce col raccontarci, dietro la sua esibita inattualità, conflitti e sentimenti della Cina dei nostri giorni.