Avvertenza
Quest'edizione commentata di tutto il Decameron, la prima dopo quella di Pietro Fanfani (1857) ha nelle intenzioni del commentatore gli scopi seguenti:
1) permettere al lettore di oggi di leggere il capolavoro boccaccesco con un'aderenza piena allo spirito con cui il Boccaccio scriveva e i lettori del suo tempo intendevano;
2) offrire allo studioso una base sicura di dati per studi ulteriori sulla lingua del Boccaccio e del suo tempo.
Vi si troveranno perciò:
a) note di storia, di geografia e di costume a chiarire gli accenni, le allusioni, i riferimenti che, ovvi per un fiorentino del '300, sarebbero difficilmente comprensibili da un italiano del '900;
. b) note esegetiche, a chiarire ogni groppo di difficile interpretazione;
c) note lessicali grammaticali e stilistiche, a tradurre nella lingua corrente di oggi non il senso solo, ma la sfumatura particolare delle parole che col tempo hanno mutato o sfumato diversamente il loro significato, e a chiarire se quelle tali particolarità di lessico, di grammatica e di stile fossero peculiari del Boccaccio o comuni al suo tempo;
d) note che, ove ne sia il caso, dichiarino il tono di certe parole, se fossero cioè correnti o poetiche, se preziose o plebee;
e) una nota per ogni novella, a indicare sobriamente l'angolo visuale in cui il Boccaccio si è posto a raccontare, e il modo quindi in cui, secondo il commentatore, la novella va letta.
Di solito, le note esegetiche sono date la prima volta soltanto in cui la forma o il costrutto s'incontra nel testo; ma si ripetono, in modo più sobrio, tutte le volte in cui il contesto è tale che il lettore potrebbe facilmente equivocare.
Nella mente, poi, del commentatore, le diverse parti di cui il libro è composto - introduzione, commento, nota sul testo, bibliografia, glossario - dovrebbero costituire un tutto organico e illuminarsi e integrarsi a vicenda.