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Indo-Tibetica è considerata non solo l’opera più importante e prestigiosa del 900 italiano nel campo degli studi sull’Oriente, ma un vero e proprio monumento editoriale. Frutto delle spedizioni scientifiche condotte da Tucci tra la fine degli anni venti e gli anni trenta, è lo sforzo titanico di un uomo deciso a far conoscere un mondo completamente sconosciuto a noi occidentali. L’attenzione di Tucci si fissò sui monasteri e le opere d’arte, donandoci una documentazione straordinaria anche dal punto di vista delle immagini, materiale fondamentale tenendo presente che l’invasione del Tibet da parte della Cina ha cancellato e distrutto moltissimi monasteri, facendo diventare questi sette volumi dell’Indo-Tibetica materiale archeologico di studio. Tucci documenta dettagliatamente, da studioso, scienziato ed esperto linguista, una quantità di templi e statue imponente se si considera il luogo dove svolse le ricerche, i tempi (senza le attrezzature tecnologiche o i mezzi di spostamento disponibili oggi, allora si andava a dorso di mulo), e l’argomento. Una “visione” incredibile sul futuro di uno dei luoghi più inaccessibili della terra e al tempo stesso patrimonio e culla di una civiltà che ha mantenuto un rapporto con la spiritualità e con la religione assoluto. Indo-Tibetica è “il” monumento dell’orientalistica del 900 occidentale, non solo per gli studiosi di tibetano e gli indologi, ma per ogni vero e serio studioso di quella parte di mondo che noi italiani, a partire da Marco Polo passando da padre Matteo Ricci e fino a Giuseppe Tucci, abbiamo sempre amato e “portato” al mondo occidentale.
L’Opera
Giuseppe Tucci decide mettere a disposizione per tutti gli studiosi del mondo il frutto delle sue ricerche e dei suoi viaggi in Tibet i suoi studi, le sue ricerche, le sue scoperte, con un’opera che lo occuperà per più di 10 anni: il primo volume vide la luce nel 1933, un anno prima della nascita dell’ISMEO, e l’ultimo volume reca la data di “aprile 1941”, e per questo l’Indo-Tibetica può ben essere considerata l’opera che ha contribuito più di ogni altra alla nascita di questo Istituto vanto e gloria dell’Italia nel mondo. Lo studio si dedica principalmente all’arte, la statuaria e i templi del Tibet, riportando centinaia e centinaia di fotografie originali di questi luoghi, oggi solo documentati proprio da questa opera a causa delle devastazioni e distruzioni dell’invasione cinese del Tibet. Il lavoro fu immenso: nell’opera sono utilizzate lingue allora sconosciute come il tibetano, del quale vengono riportate perfettamente decine e decine di pagine di testi canonici (che evidentemente Tucci fece comporre in Tibet e portò in Italia). Il volume ha una sobria e perfetta composizione stilistica, un gusto della pagina da grande libro illustrato, un senso della pregnanza accademica dei testi assoluto.
Giuseppe Tucci è l’orientalista italiano più famoso al mondo. Nato nel 1894 a Macerata, muore a San Polo dei Cavalieri nel 1984. È stato orientalista, tibetologo, esploratore, storico delle religioni e fondatore nel 1933 insieme a Giovanni Gentile dell’ISMEO (Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente, poi diventato ISIAO). Giuseppe Tucci è stato il padre di tutti gli orientalisti italiani, il punto di riferimento per gli studiosi del mondo orientale mondiale.
Volume 1: “MC’ OD RTEN” E “TS’ A TS’ A”
Nel Tibet Indiano e Occidentale
Volume 2: RIN C’EN BZAN˙ PO
E la rinascita del Buddhismo nel Tibet intorno al mille
Volume 3: I TEMPLI DEL TIBET OCCIDENTALE E IL LORO SIMBOLISMO ARTISTICO
Parte I: Spiti e Kunavar
Parte II: Tsaparang
Volume 4: GYANTSE E I SUOI MONASTERI
Parte I: Descrizione generale dei tempi
Parte II: Iscrizioni: testo e traduzione
Parte III: Tavole