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La versione italiana di questo scritto di mons. Ernest Jouin colma, almeno in parte, una lacuna. Mentre infatti disponiamo di numerosi studi sullo Shulhan Aruch ("Tavola imbandita") del rabbino Joseph Caro (sec. XVI) ed anche di alcune raccolte di citazioni in varie lingue straniere, nella nostra lingua non esiste praticamente nulla. Solo recentemente la casa editrice ebraica Lamed ha pubblicato la traduzione del Kitzur Shulhan Aruch, un compendio dello Shulhan Aruch scritto nel 1864 dal rabbino Shlomo (Salomon) Gantzfried.
Le ragioni di tale lacuna sono indubbiamente da attribuire ad un certo dilettantismo che, a partire dal XIX secolo, ha accompagnato in Italia la polemica antigiudaica (si pensi all'improvvisazione con cui fu affrontato il problema ebraico in epoca fascista), ma anche ad una certa riluttanza degli specialisti di giudaistica (ebrei o gentili contigui ad Israele) ad affrontare temi scottanti che avrebbero potuto avere, anche sul piano personale, conseguenze indesiderate.
Introduzione - La battaglia di monsignor Jouin contro la "Giudeo-Massoneria" e lo Shulhan Aruch
Il Non-Ebreo nello Shulhan Aruch