Ho cercato, col mio Dizionario filosofico, di perseguire quelli che mi pare debbano essere i due scopi essenziali di una opera del genere: offrire la possibilità di una consultazione rapida ed esauriente, e contemperare l'esigenza di un massimo aggiornamento con quella di una soddisfacente presenza della tradizione filosofica del passato. Per entrambi questi suoi intenti, credo che questo Dizionario filosofico presenti, sia per gli studenti delle scuole medie superiori, sia per quelli universitari, qualcosa che ancora non esisteva fra i manuali italiani.

Il vantaggio di una consultazione che fornisca rapidamente l'essenziale di cui si ha bisogno è dato, a mio avviso, dal poter trovare, nella voce consultata, anzitutto una definizione precisa di essa (la più consona, s'intende, al suo uso più corrente e più accreditato): anche se i termini filosofici hanno quasi sempre una varia molteplicità di significati e di impieghi, tuttavia chi consulta un dizionario ha bisogno anzitutto di apprendere un significato chiaro, anche se approssimativo e non da tutti condiviso, del termine cercato. Insieme con la definizione si troveranno poi - con maggiore o minor ampiezza, a seconda dell'importanza della voce - le diverse, più specifiche accezioni del termine. Infine, nella trattazione di ogni voce chi consulta potrà trovare continui riferimenti alle altre voci più strettamente connesse con essa: ciò consentirà a chi consulta di ampliare automaticamente il proprio bagaglio di conoscenze della terminologia filosofica.

Il secondo vantaggio che credo presenti il mio Dizionario filosofico è quello di congiungere a un'impostazione radicalmente moderna del concepire la filosofia (includente quindi, per certi settori, moderne discipline collaterali quali la psicanalisi, la linguistica, l'etnologia, ecc.), l'intento preciso di non dimenticare tuttavia la tradizione filosofica.