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Presentare il folklore di una regione, o di una nazione, compiacendosi per la sua «ricchezza» o per la sua vitalità attuale, costituisce chiara manifestazione di un atteggiamento conservatore ed estetizzante. Il cultore di tradizioni popolari si pone ad una certa distanza dal «popolo» ed invita il lettore a guardare, con bonario sorriso e compiaciuto interesse, le pittoresche manifestazioni di vita tradizionale.
Paradossalmente, in questa prospettiva finisce per sembrare che le popolazioni di cui si presentano le tradizioni esistano, in fondo, per assumere solo questo ruolo: di manichini per «stupendi» vestiti, di protagonisti di riti pittoreschi, di evocatori di antiche leggende: portatori cioè di un folklore i cui singoli «pezzi» sono indagabili con l'aiuto della storia delle religioni o della storia politica o di altre discipline, ma, comunque, spesso un po' assurdi, in ogni caso lontani da noi stessi, dalla nostra concreta umanità, dalla nostra cultura. È come se lo scrittore strizzasse l'occhio, invitando i lettori a rifarsi alla loro comune cultura ed a giudicare il folklore, presentato secondo i valori della cultura di origine, magari compiacendosi di essere così «civili» nei confronti di tanta «rozzezza», di tanta «barbarie». In altri termini, è piuttosto diffusa una mentalità per cui tutto ciò che non rientra nella sfera del noto, del familiare, tutto ciò che non è direttamente rapportabile ai propri valori, ciò che non appare conforme ai propri criteri di giudizio, assunti come parametri universali di valore, va respinto. E tale rifiuto avviene appiccicando al «nuovo» le etichette di «barbaro», «incivile», «primitivo», «pittoresco», «rozzo», e così via: termini diversi, ma sostanzialmente uguali nella loro funzione di ribadire la lontananza tra ciò che essi designano e chi tali termini pronuncia. Ciò è possibile, ovviamente, in quanto si pone la propria cultura al centro dell'universo: rispetto a tale centro le altre culture non possono apparire che periferiche e, in quanto tali, giudicabili non in se stesse, ma esclusivamente in base al rapporto che intercorre tra esse e il centro.
Il tesoro sepolto (Luigi M. Lombardi Satriani)
ABRUZZO
Caratteri generali (Bianca Maria Galanti)
La rappresentazione sacra e profana (Sergio Surchi)
L'Aquila e il Gran Sasso (Luigi Marini)
Teramo, Atri, Giulianova (Giuseppe Profeta)
Pescara e Chieti (Ernesto Giammarco)
Lanciano e la Frentania (Angelo Cianci)
Sulmona e la Maiella (Nicola Fiorentino)
Avezzano e la Marsica (Luigi Marini)
MOLISE
Caratteri generali (Bianca Maria Galanti)
Campobasso e Termoli (Maria Cazzella Mola)
Isernia e la Valle del Volturno (Guido Vincelli)
CAMPANIA
Caratteri generali (Gina Algranati)
Napoli (Laura Papi)
La jettatura (Ernesto De Martino)
Campi flegrei (Gina Algranati)
Paesi vesuviani (Giorgio Aglialoro)
Penisola sorrentina (Tullio Tentori)
Capri (Ettore Settanni)
Ischia e Procida (Gina Algranati)
Caserta e il Volturno (Domenico Coppola)
Matese (Mario Soricillo)
Benevento e il Sannio (Etta Comito)
Avellino e l'Irpinia (Giuseppe Bonomo)
Monti Picentini (Antonio Cestaro)
Salerno e dintorni (Gina Algranati)
Costiera amalfitana (Calogero Tagliareni)
Piana del Sele (Piero Angrisani)
Il Cilento (Franca Boschetti Ferrari)
PUGLIA
Caratteri generali (Luigi M. Lombardi Satriani)
Bari (Alfredo Giovine)
Brindisi (Alberto del Sordo)
Lecce (Luigi M. Lombardi Satriani)
Taranto (Vittorio Fiore)
Le Murge (Vittorio Fiore)
Foggia (Irene Maria Malecore)
Il Gargano (Irene Maria Malecore)
BASILICATA
Caratteri generali (Annabella Rossi)
Potenza (Saverio La Sorsa)
Il Vulture (Luigi M. Lombardi Satriani)
Matera (Michele Melillo)
CALABRIA
Caratteri generali (Gustavo Valente)
Reggio e l'Aspromonte (Luigi M. Lombardi Satriani)
La piana di Gioia e la piana di Locri (Antonio Basile)
Catanzaro e le Serre (Cesare Mulè)
Il Marchesato (Giulio Aromolo)
Cosenza e la Sila (Gustavo Valente)
Da Praia a Amantea (Tanino de Santis)
Sibari, Castrovillari, Rossano (Francesco Russo)
SICILIA
Caratteri generali (Giuseppe Cocchiara)
Il carretto siciliano (Alfredo Mezio)
Palermo (Giuseppe Bonomo)
La Conca d'Oro (Laura Lapi)
Da Trabia a Cefalù (Aurelio Rigoli)
Paesi delle Madonie (Antonino Buttitta)
Paesi dei Nebrodi (Laura Papi)
Messina e i Peloritani (Aurelio Rigoli)
Isole Eolie (Aurelio Rigoli)
Taormina e la Valle dell' Alcantara (Salvatore Lo Presti)
L'Etna (Maria Raciti)
Catania (Salvatore Lo Presti)
Piana di Catania (Salvatore Lo Presti) Augusta (Maria Raciti)
Siracusa (Maria Raciti)
Ragusa e gli Iblei (Enzo Maganuco)
Enna e gli Erei (Giuseppe Cannata)
Caltanissetta e l'altopiano zolfifero (Giuseppe Candura)
Agrigento e Porto Empedocle (Giuseppe Candura)
Paesi del mare africano (Giuseppe Candura)
Val di Mazara e Capo San Vito (Giuseppe Candura)
Trapani (Giuseppe Scichilone)
Marsala (Laura Papi)
SARDEGNA
Introduzione al folklore dell'isola (Luigi M. Lombardi Satriani)
Mito e realtà (Alberto M. Cirese)
Cagliari (Francesco Alziator)
Iglesiente (Raffaello Balestrucci)
Oristano e il campidario (Francesco Alziator) Sarrabus, Gerrei, Sarcidano (Enrica Delitala) Barbagia e Ogliastra (Raffaello Marchi)
Nuoro e le Baronie (Raffaello Marchi)
Olbia e la Gallura (Pierina Moretti)
Sassari e il Logudoro (Enrica Delitala)
Alghero e la Nurra (Enrica Delitala)
Indice dei nomi
Bibliografia