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Si incontrano in questo libro due filoni principali: uno di ricerca storica su un momento essenziale dell'incontro tra mondo ebraico e mondo romano; un altro di intervento su questioni di storia contemporanea e di politica attuale, come i rapporti arabo-israeliani, visti nell'ottica di un ebreo non sionista, e la tragedia degli ebrei sotto il nazismo in generale e nella Francia occupata in particolare. Conclude il volume un ampio saggio, «Un Eichmann di carta. Anatomia di una menzogna», che è una resa dei conti con il neo antisemitismo francese e in particolare con le falsità diffuse dal Faurisson e da altri che si opponevano al cosiddetto «conformismo antifascista» giungendo a negare l'esistenza delle camere a gas e dei campi di sterminio. Il filo unitario dei due generi - la ricerca storica e i saggi e interventi - è rappresentato dalla riflessione costante sul problema dell'identità ebraica e soprattutto dal rapporto, attraverso l'esperienza storica degli ebrei, tra memoria e storia.
Pierre Vidal-Naquet è direttore di studi all'École des Hautes Etudes en Sciences Sociales. E autore, fra l'altro, di: Il buon uso del tradimento. Giuseppe Flavio e la guerra giudaica, pubblicato dagli Editori Riuniti nel 1980.