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Le loro figure ci sorprendono, strane e allusive, ora con forme tornite e rutilanti di colori, ora con l'angolosità di rozze incisioni lignee. Dei tarocchi si è parlato molto e ancora si parlerà, per esaltarli o svilirli al rango di trappola per allocchi o addirittura di «strumento diabolico».
Nella nostra lingua, la parola tarocco è attestata già nel secolo XVI; di incertissima etimologia, si è nel corso del tempo caricata dei significati ambigui di imbroglio e brontolio stizzoso, oltre ad essere naturalmente una pregiata varietà di arancio siciliano.
Parlando di carte divinatorie, durante il Rinascimento i Tarocchi venivano chiamati Trionfi e da quando sono apparsi non hanno cessato di attirare curiosi e indagatori, acchiappanuvole e indovini.
Questo libro rintraccia la storia di questi emblemi nella complessità delle loro radici simboliche, insegnando a giocare e a mettersi in gioco.