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Dall'Introduzione di Guglielmo Cavallo:
Il monaco che si ritira nel deserto o in zone impervie e inaccessibili, il santo che non opera tra gli uomini per tendere e affilare anima e lineamenti nell'ascesi, l'anacoreta che rinuncia al mondo, nella società bizantina non dispone di libri. Anzi, se li possiede, in qualche modo se ne libera: gettare nel fiume un libro può essere la prova da superare per chi vuol mettersi al servizio di Dio. L'equazione rinuncia al libro / rinuncia al mondo è già di per sé rivelatrice di una mentalità che nel libro trova un referente totalizzante. L'ascendenza di questo atteggiamento è tardo-antica, tutta di segno giuridico-istituzionale e cristiano; va cercata, dunque, già alle origini del «millennio bizantino», al momento in cui il libro, neI divenire depositario di un testo che trae la sua autorità dall'essere scritto, confina nella sfera dell'extrasistematicità il non-scritto.
Introduzione di Guglielmo Cavallo
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