Aleister Crowley, il più famoso tra tutti i «maghi neri» dei tempi moderni, fu definito dai giornali «l'Uomo più perverso del mondo», e scelse per se stesso l'appellativo di «la grande bestia», la mostruosa incarnazione del male che appare nell'Apocalisse, una figura nella quale si compiaceva di riconoscersi. Ottimo scalatore, abilissimo giocatore di scacchi, scrittore dotato di sarcasmo e di forza, Crowley entrò a far parte dell'Ordine della Golden Dawn, la più influente società occulta moderna. Lasciò l'Ordine dopo dispute violentissime e scandali clamorosi, intraprese contro il suo capo una lotta imperniata sulla magia nera, e fondò una nuova religione personale, il Crowleyanesimo.

Con la sua devozione maniaca per la magia sessuale e con i suoi esperimenti con le droghe, Crowley divenne una specie di ombra del male che sconvolse ogni essere umano. «Viveva nella notte, non nel giorno». Venuto in Italia, aveva fondato a Cefalù, in Sicilia, una Abbazia magica, dove celebrava i suoi rituali basati sulla droga e sul sesso. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1947, l'interesse nei suoi confronti si è accresciuto: la sua sessualità implacabile, la sua difesa delle droghe, il suo principio fondamentale, Fai ciò che vuoi, hanno fatto di lui una specie di archetipo d'una nuova forma di civiltà.