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Con uno stile chiaro e vivace, in modo molto comprensibile ma profondo, il medico Albert Soesman traccia un profilo sorprendente dei dodici sensi dell’uomo. Chi sapeva, ad esempio, che attraverso il senso del tatto viene portata a coscienza la separazione tra l’uomo e il cosmo e che al contempo ne può di nuovo venir cercato il collegamento? O che senza il senso della vita nessun medico più potrebbe aiutare, essendo il senso della vita come un sistema d’allarme attraverso il quale viene comunicato all’uomo il suo interno stato di salute... E che mediante il senso del proprio movimento percepiamo non soltanto i nostri individuali movimenti, ma contemporaneamente anche tutto ciò che muove verso di noi e che è in stretta connessione con il nostro destino...
Le esposizioni di Soesman sono così originali e appassionanti che si avverte immediatamente il bisogno di continuare ad occuparsi della dottrina antroposofica dei sensi. Questa diviene al tempo stesso, nella descrizione che Soesman ne fa, una porta attraverso la quale è possibile comprendere approfonditamente in modo nuovo l’antroposofia.
Albert Soesman, nato nel 1914 a Klaten, nella parte centrale dell’isola di Giava (allora Indie Orientali olandesi) esercitò la professione di medico dal 1943 al 1983 a L’Aja, in Olanda, dove, nel 2007, varcò la soglia del mondo fisico. Il tema dei dodici sensi fu per molti anni al centro dei suoi corsi e delle sue conferenze.